L’emergenza sanitaria da COVID-19 ancora in corso ha fatto scattare l’urgenza di test rapidi ed immediati anche per gli alunni che occupano i banchi dei diversi istituti scolastici. Le polemiche che hanno accompagnato le scorse settimane sono state superate; così, proprio recentemente, il Comitato tecnico scientifico ha dato parere positivo per il via libera alle prove antigeniche. A tal proposito, gli esperti del Comitato hanno approvato una bozza redatta dal Ministero della Salute, affermando come questo tipo di test sia non solo attendibile, ma anche facilmente applicabile sui più piccoli. Questo metodo seguirebbe l’iter usato già messo in pratica negli aeroporti per controllare e selezionare i turisti in arrivo da Paesi a rischio e in alcune scuole sperimentali. Tuttavia, ci saranno ancora alcuni studi prima di mettere in pratica concretamente questo nuovo metodo. La prima sperimentazione avverrà presso l’Istituto Spallanzani di Roma, che si dice già pronto ad effettuare controlli su 800 mila studenti. Questi nuovi tamponi, che prendono il nome di “antigenici”, saranno usati unicamente per effettuare screening e verranno utilizzati in tutti gli istituti scolastici. Sarà necessario attendere che si concretizzi la disponibilità dei tamponi in quantità sufficiente. A tal proposito, il Commissario Domenico Arcuri ha già effettuato una richiesta pubblica di offerta per la fornitura di 5 milioni di unità, procedura che si chiuderà l’8 ottobre. Qui a proposito del rimborso medici specializzandi.
Tuttavia, i test saranno effettuati unicamente qualora ci sia un concreto sospetto di positività al Covid di uno studente; i tempi saranno ridotti e, nel giro di 20-30 minuti, si potranno controllare e testare tutti i contatti stretti entrati in contatto con il potenziale soggetto positivo (in questo caso, l’intero contesto classe). Il tampone antigenico, però, dovrà essere accompagnato da quello molecolare nel momento in cui il test rapido dovesse restituire un esito positivo. Solo con il tampone molecolare si potrà avere una diagnosi definitiva. Infatti, seppur il test antigenico sia meno invasivo e più rapido, esso è anche meno affidabile. Il test antigenico individua in modo differente il virus, perché va alla ricerca delle proteine che caratterizzano il virus, gli antigeni, appunto. I tamponi molecolari, invece, riescono a rintracciare le porzioni del genoma virale, restituendo risultati effettivamente veritieri. Tuttavia, a fronte degli innumerevoli vantaggi e dei risultati ottenuti in modo subitaneo, molti temono che, se i test fossero eseguiti in modo ripetuto e continuo, potrebbero lasciare conseguenze fisiche e psicologiche sui bambini.
Vedi i corsi ECM in formazione a distanza. Infatti, il test è fastidioso nella sua esecuzione e potrebbe creare ansie e paure nei più piccoli. Infatti, esso viene eseguito con un lungo “cotton fioc”, inserito nelle narici ed un altro inserito gola, andando giù il più possibile. Se la procedura viene effettuata in modo corretto ed adeguato, non ci saranno effetti collaterali di nessun tipo. Ci pensa Giuseppe Mele, presidente della Società italiana Medici Pediatri (Simpe) e consulente dei corsi di formazione per il team legale Consulcesi, a rassicurare sulla questione dei test rapidi: “I bambini non corrono alcun rischio particolare se la procedura viene eseguita correttamente”. Inoltre, l’esperto sottolinea come “i test vengono eseguiti da personale specializzato”, pertanto invita tutti a non “temere nulla”. Infatti, le eventuali conseguenze legate alla procedura sarebbero paragonabili a quelle che, eventualmente, potrebbero realizzarsi nel corso di un vaccino. A tal proposito, Mele afferma: “Ad esempio, quando si effettua un vaccino c’è il pericolo che si rompa l’ago o che l’iniezione possa provocare reazione e scatenare ad esempio un leggero malessere o un’influenza, ma il beneficio per il bambino e per la comunità rappresenta sicuramente un vantaggio maggiore”. Lo specialista, dunque, sottolinea l’importanza di concentrarsi sull’obiettivo, che sarebbe “quello di avere un’istantanea della diffusione del virus in modo da poter adeguare le contromisure”.